Per la verità la motivazione ufficiale della nostra gita romana non erano gli Stones, gli Stones si sono rivelati un ottimo mezzo per poter vedere finalmente dal vivo il nostro amabile ed adorato John Mayer.
Fermate il coro dei Chi èèèèèèèèèèèèè? Ormai l'abbiamo sdoganato (forse); comunque, per chi ancora avesse bisogno di conferme: ecco chi è John Mayer.
In ogni caso...gli Stones.
Per quanto fossi molto scettica sulla tenuta di questi adorabili vecchietti, mi sono dovuta smentire e credetemi se vi dico che questo concerto, molto più di altri, è stato un'esperienza da raccontare ai nipoti e in cui ho bisogno di mettere un po' d'ordine:
- l'attesa, assolata ed estenuante;
- la prima volta in Italia di John Mayer, che per noi che l'abbiamo seguito un po' ovunque in Europa è in se stessa un'emozione, immaginatevi quattro scalmanati con le magliette di John che cantano scatenati mentre tutti gli altri continuano imperterriti a rollare;
- l'attacco (a l'assolo) di Queen of California e la certezza che fosse davvero John a suonare sul palco;
- la cornice del Circo Massimo: gigantesco, poetico, indimenticabile;
- l'arrivo di Mick Jagger sul palco: magnetico proprio come 40 anni fa...solo qualche ruga in più;
- sempre Mick Jagger, vestito da diablo in Simpathy for the devil;
- Satisfaction e i fuochi d'artificio alla fine del concerto;
- il sudore la stanchezza che si fanno sentire, ma tanti sorrisi un po' ovunque.
Vi lascio con qualche foto.
L'attesa vale tanto quanto l'esperienza |
Noi 4...in totale hype |
Scaletta su fondo di 75.000 persone |
Gente senza un confine |
John di nuovo sul palco. Doppio regalo. |
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