mercoledì 23 luglio 2014

Il metapensiero

Mumble mumble mumble
Mumble mumble mumble

Voi lo sentite il rumore dei miei pensieri?
No?
Beati voi... Per me ormai ha assunto la valenza del ticchettio dell'orologio: non si ferma mai ce l'hai sempre lì in un angolo del cervello, talvolta ci si fa l'abitudine, altre volte risulta un accompagnamento ossessivo e snervante.

Ma la testa non si può sfasciare come un orologio a pendolo.
Non che essere riflessivi sia un tratto negativo in termini assoluti, anzi! È che generalmente bisognerebbe essere in grado di dare una tregua al proprio cervello.
Non so se esiste, ma se esiste io soffro di iperattività cerebrale: faccio tre cose insieme e ne sto pensando altre due da fare nell’immediato futuro. Il tutto, nel tentativo di smettere anche solo un attimo di far frullare il cervellino, senza valutare che ogni nuova esperienza è carburante per delle sinapsi curiose.
E si ricomincia.
È che è la noia che mi terrorizza. L’idea di cedere alla routine, di trovare a pensare a me stessa come sistemata.

Ad un certo punto dell’esistenza le cose, inevitabilmente, si tranquillizzano, si rimettono in ordine. In un certo senso è la prerogativa dell’età adulta e mi sta bene fintanto che si tratta di una mia scelta e non dettata dall’abitudine, dall’ambiente in cui si vive o dalla paura (dell’ignoto, di potersi - un domani - annoiare o addirittura essere felici).
Semplicemente essere felici. Senza mirabolanti stratagemmi o straordinarie storie da raccontare.
Ua esistenza straordinaria. Nonostante l'ordinario.

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